PERCHE' S'INCAZZA?
Silvio berlusconi in data 22 Marzo 2006 si reca in visita a Genova.
Mentre esce dal teatro lirico Carlo Felice, sorridendo ai giornalisti, viene raggiunto da un epiteto provocatorio di un giovane, Paolo R., 23 anni, che gli grida:"Viva Mangano, Viva la P2".
Il Cavaliere più indagato d’Italia1 allora torna indietro e affronta faccia a faccia il giovane, apostrofandolo così:"Non permetterti di parlarmi così.Io sono una persona perbene.Tu sei solo un povero coglione".
A parte i complimenti per il self-control e l’educazione manifestati dal Nano Ridens, degno di un uomo sull’orlo di una crisi di nervi, ci sorge spontanea una domanda:
Perché si è così arrabbiato?
In fondo è stato lui ad iscriversi alla P2, tessera numero 1816, ricevendo anche una condanna per aver dichiarato il falso dal Tribunale di Verona, per aver mentito sulla reale data della sua associazione alla loggia.
Condanna non scontata grazie ad un’amnistia.
Ma era stato riconosciuto colpevole!
Ed è stato sempre lui ad assumere, tramite Marcello Dell’Utri, il boss mafioso Vittorio Mangano nella sua villa di Arcore, in qualità di stalliere e tuttofare.
Mangano è stato riconosciuto essere un capo-mandamento della famiglia di Portanuova, a Palermo e condannato per omicidio, traffico di droga e altri reati connessi.
La famiglia di Portanuova faceva capo a Pippo Calò, boss mafioso tristemente noto alla cronaca per essere uno dei più spietati mafiosi ai vertici della cupola.
Calò, insieme a Stefano Bontade, Tommaso Buscetta e altri mafiosi del loro calibro, era uno dei clienti della Banca Rasini, della quale era allora direttore un certo Luigi Berlusconi, padre del nostro nanetto.
Strano che dei boss mafiosi che vivevano a Palermo avessero dei conti aperti in una banca di Milano...
La Banca Rasini è stata la prima banca a dare delle garanzie al giovane Silvio per ricevere i soldi in prestito da una finanziaria svizzera, anch’essa nota all’Interpol per essere implicata nel riciclaggi di denaro sporco della mafia italiana e dei narcotrafficanti colombiani.
Grazie a quei soldi il giovane Silvio ha potuto iniziare la sua carriera di imprenditore edile.
Vittorio Mangano, morto poi di cancro in carcere, secondo le testimonianze di numerosi amici di Berlusconi, non era un semplice tuttofare, ma "uno di famiglia", come riferisce lui stesso al Corriere della Sera in un’intervista.
Ora, se un giovane gli ricorda Mangano e l’iscrizione alla P2 il Nano Ridens dà in escandescenza e dice di essere una persona perbene.
Quel ragazzo non gli ha mica strillato "delinquente" o "mafioso", gli ha solo detto "viva Mangano", suo vecchio amico, e "viva la P2", loggia nella quale si è iscritto di sua spontanea volontà, mica glielo ha ordinato il medico…e allora cosa ha da incazzarsi?
Esistono delle agenzie, più o meno segrete, raggiungibili tramite internet, che, dietro lauti compensi, procurano nuove identità, nuovi documenti e forniscono un nuovo passato…perché invece di rinnegare i vecchi amici non si mette a cercare un po’ su internet, caro Cavaliere?
Certo non è legale, ma come si dice, fatto 30…?
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